La casa galleria 1+1=3
In uno dei condomini storici dell’EUR, il Committente acquista 2 appartamenti distinti, uno sotto l’altro al 1° ed al 2° piano: la sfida progettuale era quella di unire i due appartamenti in un’unica organica residenza facendo, dal punto di vista degli spazi, qualcosa di assai più significativo della somma dei due appartamenti, sia dal punto di vista della luce (l’appartamento al 1° piano risultava prima dei lavori piuttosto buio) che delle altezze (il singolo appartamento in questo tipo di edifici ha l’interpiano di 2,80 metri, dimensione che negli spazi grandi può risultare angusta).
La scommessa del progetto è stata dunque quella di unire spazialmente primo e secondo piano: prima di tutto con una preziosa scala interna; entrando dall’ ingresso di casa nel grande salone ci si trova immediatamente di fronte alla scala, segno verticale di grande forza scultorea capace di portare lo sguardo tra primo e secondo piano. Tecnicamente la scala è anche un pezzo di bravura artigianale, disegnata su un’ellisse con l’asse minore molto ridotto, disegna un’elica volante ove i raggi di curvatura di legno e vetro sono al limite delle possibilità realizzative.
In secondo luogo la connessione tra i due piani viene rafforzata attraverso una grande apertura di forma quadrata (250×250 cm), allineata al buco rettangolare contenente l’ellisse della scala: in questo modo la luce del piano superiore, assai luminoso, irrompe nel piano inferiore contribuendo a costituire tra i due piani un’unità spaziale immediatamente percepibile. Attorno a questi due elementi, nel grande soggiorno, viene esposta la collezione di fotografie del proprietario, concepita come una galleria d’arte attorno alla residenza.
Anche la scelta delle finiture e la qualità dei dettagli sono articolati per rafforzare la logica dell’unità spaziale, ad esempio con i leitmotiv di alcuni materiali che ricorrono nella casa e in particolare con la scelta di realizzare il pavimento del primo e il soffitto del secondo livello nello stesso materiale, come un unico limite visivo riconoscibile: una superficie di legno artigianale, composta da pannelli la cui larghezza è pari alla dimensione del tronco di un albero, un acero volutamente chiarissimo, un materiale vivo ma al contempo astratto. Così come il ferro nudo o i pregiati marmi dei bagni. I gusci al bordo dei soffitti nascondono le grandi travi di calcestruzzo e inglobano alcuni impianti, controllati da un sistema domotico con cui è gestita tutta la casa.
L’ingresso è volutamente di dimensioni ridotte, per lasciare il piò ampio respiro al soggiorno-galleria, ma fortemente caratterizzato con la porta di accesso, che scompare inglobata nella pannellatura delle pareti.
Nell’insieme la casa si presenta con una spazialità fortemente contemporanea con l’attenzione, nella morbidità di alcune linee (i bordi del controsoffitto, le forme curve…), al richiamo di forme con una leggera allusività ad alcuni elementi del quartiere tipici degli anni ’30; alcuni pezzi dell’arredamento, lavori museali del ‘900 italiano, rendono più riconoscibile ed allusiva la connessione a quegli anni.