Museo Etnologico
L’assetto architettonico attuale, del Museo Etnologico, é stato realizzato all’inizio degli anni ’70 dall’architetto Lucio Passerelli, durante il Papato di Paolo VI, seguendo i suoi propositi: trasformare la vastissima collezione, proveniente dalla presenza missionaria nel mondo, conservata originariamente nei Palazzi Lateranensi, in un nuovo Museo visto come articolazione interna del sistema dei Musei Vaticani. Nel marzo del 2011 il Direttore del Museo Etnologico ha incaricato MdAA di sviluppare un progetto preliminare che prevedesse la ristrutturazione del vecchio Museo finalizzata al miglioramento del processo di fruizione e all’ampliamento dei percorsi dei visitatori, mantenendo gli elementi strutturali del precedente progetto ma adeguando lo spazio alle nuove esigenze emerse nel corso degli anni.
L’area chiave, secondo il nuovo progetto, dovrebbe diventare una grande galleria, a due altezze, che attraversa longitudinalmente il museo; questo spazio dovrebbe assumere un valore celebrativo, nel senso che in esso verrebbero ospitati i pezzi più importanti della collezione, ma nello stesso tempo funziona da cerniera tra la zona dell’ingresso (mostre temporanee) e l’area destinata alla collezione permanente.
Il primo piano è, invece, utilizzato come deposito per il materiale non in esposizione, ordinato lungo le stesse linee degli ambiti geopolitici della mostra permanente, e archiviato secondo un sistema che faciliti l’esame diretto da parte di studiosi e ricercatori. Sulle pareti verso la Galleria degli spazi di stoccaggio, un sistema di immagini e elementi di design grafico (fisso o proiettato) è stato pianificato per far comprendere l’ordine degli elementi archiviati.
Con il recupero della struttura portante dei vecchi contenitori, al piano terra é stata prevista la mostra di una parte più significativa della collezione permanente: una selezione del materiale stoccato, ordinato secondo le diverse aree geopolitiche, viene dunque a formare la struttura della esposizione permanente, avendo cura però di restituire, attorno a ciascun pezzo, un riferimento contestualizzato in grado di ricostruirne la storia, la cultura, gli usi e i costumi delle civiltà da cui proviene.